LA TARANTOLA

è l’animale in cui, nella tradizione rituale del tarantismo pugliese, il “tarantolàto” o “attarantàto” sovrappone e fonde la propria identità per individuare il male, sublimarlo e liberare la

propria anima dallo stato di melancolìa che la avvelena. Attraverso uno stato catartico indotto da musica, ritmo, danza e colori l’attarantàto diviene taranta, compiendo l’adorcismo: non espulsione

di un’entità malvagia, come nell’esorcismo, ma riconciliazione danzata con il dio che lo possiede.
Un incontro in cui sarà possibile sperimentare la meditazione sul “suono”, sull’ascolto corporeo della vibrazione sonora e la libera espressione del movimento danzato, sia svolta individualmente che collettivamente nel cerchio magico-rituale. L’accompagnamento musicale realizzato dal vivo sarà caratterizzato da ritmi e strumenti tradizionali e rituali del Mediterraneo, come il tammurro vesuviano, il tamburreddhu pugliese ed il tef turco, e provenienti da diverse tradizioni etniche del Mondo, tra cui ritmi sufi legati al daf persiano, il bendir del Magreb, le qarqaba della tradizione gnawa marocchina, flauti doppi e flauti armonici, sonagli da Turchia, Grecia, Kenya ed India.

L’incontro è guidato da Alfonso Crosetto, terapeuta, e Simone Campa, artista e ricercatore.

LA TARANTOLA
è un progetto ideato da Simone Campa per il festival TORINO SPIRITUALITÀ
2016 e già realizzato presso il Circolo dei Lettori di Torino.
L’adorcismo è fare amicizia fra posseduti ed entità che posseggono le persone. Possessione
rituale: chi è ammalato è posseduto e tormentato dall’interno da un’entità, ma l’entità non è
necessariamente cattiva, si può fare amicizia con lei. E ciò avviene attraverso l’esecuzione di una danza mimica, in cui la tarantata diviene taranta. L’individuazione del colore e della musica “giusti” altro non è che l’individuazione della precisa entità (taranta) che possiede, passaggio indispensabile nel processo di riconciliazione. Di conseguenza, l’adorcismo è gradevole in quanto non ballo di indemoniati, ma di divinità – nella tradizione della possessione demoniaca l’elemento coreutico manca, in quanto non si balla per un qualcosa di negativo (esorcismo). Il ballo perpetua una tradizione (coribanti, dioniso) – si balla la divinità. G. Lapassade, Tarantismo e neotarantismo